“La Regione Piemonte consenta anche ai privati la pulizia regolamentata dei fiumi”

28.11.2016

Fiume

“Di fronte a certe calamità tutti si rendono improvvisamente conto che il territorio va gestito in maniera attenta e rispettosa, ma le imprese agricole che ogni giorno operano sul territorio questo lo sanno molto bene – dichiara Roberto Abellonio direttore della Confagricoltura di Cuneo –. Da tempo ormai chiediamo alla Regione Piemonte una maggior collaborazione con i privati per la pulizia degli alvei dei fiumi e dei corsi d’acqua dalla vegetazione spontanea. Questo potrebbe garantire una serie di indubbi vantaggi per l’intera comunità, primo fra tutti una riduzione del rischio di esondazioni e allagamenti, con conseguente aumento della sicurezza pubblica e un deciso risparmio economico per le casse pubbliche, poi chiamate a intervenire per ripristinare i danni provocati dal maltempo”.

In altre regioni d’Italia la pulizia dei fiumi già avviene grazie alla realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idraulico e geologico e il ripristino delle condizioni di sicurezza dei corsi d’acqua e delle relative pertinenze con il sistema della compensazione.

“La necessità di tenere puliti gli alvei dei fiumi oggi è sotto gli occhi di tutti, ma deve essere trasformarsi in azioni concrete fatte in maniera costante e rigorosa – continua Abellonio –, per questo l’idea di concordare piani di taglio della vegetazione ripariale con i privati, come già accade in molte altre zone del nostro Paese, potrebbe rappresentare una soluzione reale per evitare di trovarci poi in situazioni peggiori. Ogni operazione avverrebbe in modo regolamentato solo dopo la presentazione di progetti da parte del soggetto privato interessato e la conseguente autorizzazione dell’autorità competente in tempi brevi e a prezzi ragionevoli. Per la Regione sarebbe un’operazione a basso costo e, allo stesso tempo, le aziende potrebbero usufruire del materiale legnoso ricavato dal taglio della vegetazione ripariale del fiume per produrre energia rinnovabile, come peraltro prevede il Piano di azione energetico”.

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