Viticoltura di Precisione sempre più solida realtà – Intervista a Massimo Pugliese di Agroinnova

27.02.2024

Masimo Pugliese di Agroinnova

Masimo Pugliese di Agroinnova

Articolo di Fabio Rubero – L’Agricoltore Cuneese 01/2024

 

Se fosse una gara ciclistica si potrebbe dire che ha ormai imboccato il rettilineo finale. È infatti alle battute conclusive il progetto Vi.P. (Viticoltura di Precisione) finanziato nell’ambito del Psr 2014/2020 della Regione Piemonte, dalla misura 16 – Cooperazione, Operazione 16.1.1 – Costituzione, gestione e operatività dei gruppi operativi dei PEI.

Da quasi tre anni “vive” all’interno dell’azienda Arione di Castiglione Tinella dove Confagricoltura Cuneo, Merlo SpA, Merlo Project, Agroinnova – Unito, Altec, Egea New Energy SpA, AgriNewTech S.r.l. e IDS quotidianamente studiano, verificano e sviluppano un sistema di diagnosi, prescrizione e realizzazione degli interventi da effettuarsi sulla viticoltura, applicando l’agricoltura di precisione con l’obiettivo di migliorare la produttività in vigna e diminuire l’impatto ambientale. A che punto è il progetto e quali i risultati di un percorso che può rappresentare un’autentica svolta, non solo per il settore vitivinicolo, ma per l’intero comparto agricolo? Ne abbiamo parlato con uno dei protagonisti, il professor Massimo Pugliese del centro Agroinnova dell’Università di Torino.

Professor Pugliese, a che punto è il progetto Vi.P.e quali risultati state ottenendo?
“Siamo a buon punto visto che il progetto si concluderà in estate e i risultati sono senza dubbio soddisfacenti. In questo periodo abbiamo sviluppato una lunga serie di supporti tecnologici in grado di aiutare le aziende agricole in un’ottica di viticoltura di precisione. Siamo particolarmente soddisfatti di quanto fatto nella stagione agricola 2023 in cui abbiamo avuto modo di portare queste innovazioni direttamente sui terreni dell’azienda per poterle testare sul campo nella loro efficacia e nella loro affidabilità”.

E come è andata?
“Molto bene. Ad esempio, applicando modelli previsionali con i dati raccolti attraverso una capannina meteo posizionata in azienda, abbiamo avuto indicazioni utili a ottimizzare e ridurre in maniera scientificamente valida i trattamenti fungicidi, mantenendo tuttavia inalterata la qualità della produzione. Si tratta di uno
degli obiettivi principali del progetto che abbiamo raggiunto sia per quanto concerne le sostanze di sintesi classiche, come agrofarmaci e fungicidi tradizionali, sia in un ambito di gestione biologica, dove un’applicazione corretta e ottimizzata è ancor più importante per ovvi motivi”.

Altri obiettivi raggiunti?
“Un altro importante traguardo è stato quello raggiunto grazie alla collaborazione con l’ingegner Pinelli e la sua squadra (l’azienda IDS, ndr). Utilizzando i loro droni, abbiamo potuto ricavare immagini in grado di fornirci il dettaglio dello sviluppo e dell’andamento delle malattie di alcune colture. Dati che, una volta trasmessi a un’irroratrice elettrificata come quella realizzata dall’azienda Merlo, permettono di eseguire trattamenti fungicidi su ogni singola pianta, personalizzando il tutto su su quelle che erano le sue effettive necessità”.

Quali gli step successivi?
“Intanto premettiamo che questa irroratrice è già uno step successivo rispetto alle irroratrici classiche. Stiamo parlando di un piccolo veicolo autoportante ad alimentazione completamente elettrica, un mezzo molto leggero per non impattare troppo sul terreno. Oggi è guidata da un operatore, ma sicuramente un giorno sarà in grado di muoversi autonomamente all’interno del vigneto o del campo senza la necessità che qualcuno la guidi”.

E le potenzialità?
“Immense, perché questi sistemi possono portare a diagnosi molto più precoci e ad avere informazioni importanti anche senza essere sul campo. Con strumenti e dati così precisi un solo tecnico può monitorare e supportare contemporaneamente più aziende e ciò, in un momento così fortemente condizionato dai mutamenti climatici e dalle emergenze, può rappresentare un’arma di formidabile importanza”.

Che esperienza è stata per il suo gruppo di ricerca e il vostro ateneo?
“Un’esperienza interessantissima perché per noi è estremamente importante poter collaborare con le imprese (tecnologiche e agricole), oltre che con le associazioni di categoria, al fine di poter fornire le nostre competenze e contribuire al progresso dei sistemi produttivi. Siamo molto soddisfatti del progetto Vi.P. perchè abbiamo visto realizzare davvero strumenti utili e importanti per il futuro della viticoltura, e non solo, infatti, perchè questo tipo di approccio è trasferibile anche ad altri sistemi come la frutticoltura e a tutto il comparto agricolo”.

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