Foreste, Confagricoltura Piemonte e Confagricoltura Liguria: “L’accordo con Ledoga concorrerà a valorizzare il nostro patrimonio boschivo”

01.12.2023

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“Grazie ai provvedimenti e ai fondi stanziati dal PNRR, finalmente abbiamo le risorse per gestire il patrimonio boschivo piemontese e ligure: l’intenzione è quella di sviluppare accordi produttivi legno-carta-energia che possano dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere forestali”.

È il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che con Luca De Michelis, presidente di Confagricoltura Liguria, Marco Bussone e Roberto Colombero rispettivamente presidente nazionale e regionale Piemonte di UNCEM, ha siglato oggi, 1° dicembre, in rappresentanza degli imprenditori agricoli conduttori a qualsiasi titolo di superfici agroforestali, uno dei primi “Accordi di Foresta” nazionali con l’azienda Ledoga S.r.l., società parte del Gruppo Silvateam con sede a San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, specializzata nell’estrazione di tannini e, nel pieno rispetto di un’economia circolare e sostenibile, nella produzione di pellet di castagno.

“Questo accordo rappresenta un traguardo vantaggioso per i territori contigui delle nostre regioni perché consentirà di valorizzare al meglio le produzioni legnose delle nostre aree interne” afferma il presidente ligure.

Le Federazioni di Piemonte e Liguria si dicono soddisfatte per questa soluzione che consentirà di applicare con profitto sul territorio l’innovativo strumento dell’”Accordo di Foresta” permettendo così di gestire con una visione strategica e con azioni concertate, il grande valore di un patrimonio boschivo per troppo tempo lasciato abbandonato. Attualmente, infatti, circa il 40% dei boschi italiani non è gestito, a fronte di una superficie in aumento di quasi 60 mila ettari all’anno a livello nazionale.

Confagricoltura è fermamente convinta che accrescere la governance territoriale avrà come effetto diretto una valorizzazione e una gestione sostenibile e unitaria delle risorse forestali e ambientali locali, assicurando al contempo la remunerazione dei proprietari forestali e l’erogazione dei servizi ecosistemici, nel rispetto della biodiversità e delle caratteristiche dei paesaggi locali, attraverso una partecipazione attiva delle comunità e il coinvolgimento delle diverse componenti della cultura e della società.

Anche sull’economia del territorio vi saranno effetti positivi: se teniamo in considerazione che la produzione nazionale di legname copre solamente il 20% del fabbisogno e che un tema ricorrente nei dibattiti scientifici e politici è quello della cosiddetta wood security (la garanzia di approvvigionamento di legname per diversi utilizzi), gli “Accordi di Foresta”, equiparati alla rete di imprese agricole, rappresentano un’opportunità di sviluppo di molteplici attività a valenza locale per diversi territori delle aree interne, destinati altrimenti ad essere abbandonati.

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