Prodotto di montagna: il marchio di qualità per promuovere l’agroalimentare e le eccellenze delle terre alte

08.05.2021

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Prodotto di montagna: opportunità per le imprese
MOLTO BUONA L’ADESIONE IN PROVINCIA DI CUNEO

Sono circa 140, su un totale regionale di 288 e nazionale di 795, le aziende agricole della provincia di Cuneo che hanno ottenuto il marchio “Prodotto di montagna”, l’indicazione facoltativa di qualità istituita dall’Unione europea attraverso il Regolamento (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. In altre parole, in provincia di Cuneo ha sede circa il 17,5% di tutte le aziende agricole italiane che possono fregiarsi del marchio, introdotto nel nostro Paese dal MIPAAF nel 2017. I prodotti certificati “di montagna” possono essere contraddistinti da un logo che rappresenta montagne verdi stilizzate, a rimarcare visivamente il legame che hanno con il territorio montano e per renderli riconoscibili in tal senso agli occhi dei consumatori, aggiungendone valore.

La certificazione, gratuita, è stata introdotta per promuovere il settore agroalimentare montano, che si è da tempo affrancato dall’essere un metodo di sostentamento di chi in montagna ci vive per diventare una riconosciuta produzione dalla elevata qualità, nella quale viene posta particolare attenzione all’origine locale delle materie prime e alla sostenibilità sociale e ambientale di chi li ha realizzati.

L’indicazione può essere applicata a carni fresche, carni  trasformate, latte e prodotti caseari, uova, ortofrutta e cereali non trasformati e trasformati e a prodotti dell’apicoltura, purché venga rispettata la provenienza montana di tutto il prodotto, o della sua parte prevalente.

L’opinione di chi ha aderito

Tra le aziende del nostro territorio che hanno ottenuto questo marchio ci sono anche diversi aderenti a Confagricoltura Cuneo, cui abbiamo chiesto un parere sulla sua efficacia. “Credo che il marchio sia una buona occasione per far emergere le produzioni di nicchia e di qualità, come i nostri formaggi d’alpeggio – dice Andrea Colombero dell’azienda “Fiori dai Monti” di Moiola –. Potrebbe essere interessante se la Regione organizzasse anche qualche momento di confronto e di formazione, magari online, sul marketing dei prodotti con questo marchio. Sarebbe un modo per farsi sentire più vicina da chi come noi ha creduto e crede in questo progetto”. “Abbiamo richiesto il marchio con l’idea che potesse essere un buon modo per promuovere il nostro prodotto, il tartufo nero di Montemale, specialmente durante fiere o manifestazioni di settore – ci ha detto Franco Viano di Valgrana –. Purtroppo la pandemia ha bloccato completamente quel genere di eventi, quindi per ora non abbiamo ancora sfruttato appieno le potenzialità della certificazione”.

Vero è che proprio il periodo pandemico ha fatto crescere l’attenzione dei consumatori verso le produzioni locali o realizzate seguendo determinati standard qualitativi: a maggior ragione essere in possesso di una indicazione di qualità come quella del “Prodotto di montagna” può diventare strategico, specialmente per aziende di recente costituzione. Come “A Bandia” di Piergiorgio Sappa, che produce formaggi ad Ormea e ha deciso di utilizzare il marchio per far risaltare l’attenzione che ripone nella lavorazione di prodotti realizzati secondo tradizione. O come “La Vedetta del Sigillo” di Anna Chiavazza, che insieme al marito Alberto Demaria ha messo a dimora più di 400 ulivi a Pagno per realizzare olio extravergine di oliva e che nell’indicazione di “montagna” vede un ulteriore elemento di promozione per un prodotto insolito per il nostro territorio.

Le aziende interessate a fregiarsi del marchio possono farne domanda alla Regione Piemonte, acquisendo la modulistica sul sito internet dell’Ente. Si precisa che per essere in regola con i requisiti di ammissione è necessario adempiere alle prescrizioni previste in tema di rintracciabilità di cui al Reg. (CE) N. 178/2002, in modo da consentire la rintracciabilità dei prodotti, delle materie prime e degli eventuali mangimi utilizzati nel ciclo di produzione. [D.R.]

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