Le mele e le pere dei Peirone dal Monregalese ai mercati di Milano, Bergamo e Genova

Parli di mele cuneesi e pensi subito al distretto del Saluzzese. È inevitabile. Ma la coltura fa parte della tradizione agricola di tutta la provincia Granda, anche di areali forse meno noti, ma altrettanto vocati. È il caso, ad esempio, della zona monregalese pedemontana che gravita intorno a Villanova Mondovì. Qui ha sede da quattro generazioni l’azienda frutticola della famiglia Peirone, condotta oggi da Claudio con la moglie Stefania e il papà Andrea.
“Coltiviamo frutta dal 1917, anno di fondazione della nostra realtà produttiva da parte di mio bisnonno, ma è dal 2004 che ci siamo specializzati nella produzione di mele (Golden, Gala, Fuji, Red Delicious e Renetta) e pere (Carmen, Abate, Williams e Madernassa) su oltre 17 ettari di terreni sparsi nei comuni di Villanova e Frabosa” dice Claudio.
Il prodotto raccolto, circa 4-6 mila quintali in base alle annate, viene quasi interamente confezionato in azienda grazie a un’apposita macchina che negli anni è stata completata e potenziata e che ora, dopo l’immersione del cassone direttamente in acqua, permette ai frutti di essere accuratamente lavati, spazzolati, asciugati e divisi poi, in automatico, all’interno di cassette in base al calibro. Mele e pere vengono stoccate in quattro celle frigo, di cui due ad atmosfera controllata, e trasportate direttamente da noi sui mercati ortofrutticoli di Milano, Bergamo e Genova dove abbiamo la nostra affezionata clientela – continua Claudio –. Essendo un’impresa familiare, cerchiamo di concentrare il più possibile le operazioni di raccolta per poi dedicarci alla vendita in un secondo momento”.
Utili scambi con la Val di Non
L’apertura della famiglia Peirone oltre i confini piemontesi ha permesso all’azienda di conoscere un’altra realtà della Val di Non, in Trentino-Alto Adige, con cui nel tempo si è instaurato un rapporto di collaborazione e scambio di lavoro. “Da ormai quattro anni, per una settimana/dieci giorni all’anno i titolari vengono qui da me a darmi una mano con la potatura e io faccio altrettanto andando da loro – racconta Claudio Peirone –. Al di là del rapporto di amicizia che si è venuto a creare, questa esperienza mi ha permesso di conoscere meglio il contesto di una delle patrie della melicoltura italiana ed europea e di affinare così anche la mia attività aziendale”.
Continui e costanti sono stati, inoltre, gli investimenti da parte della famiglia Peirone che le hanno permesso di ingrandirsi e di migliorare l’efficienza delle diverse operazioni. “Siamo parzialmente sufficienti dal punto di vista energetico grazie agli impianti fotovoltaici e dopo i gravi danni provocati dalla grandine negli ultimi dieci anni stiamo progressivamente coprendo gli impianti con le reti, unico strumento di difesa valido viste la difficoltà a sottoscrivere assicurazioni per via di costi sempre più elevati e la poca disponibilità di polizze adatte”.
Poche soluzioni per la difesa fitosanitaria
A proposito di difesa, c’è un altro aspetto che preoccupa non poco l’imprenditore agricolo monregalese: la carenza di “armi” efficaci per combattere insetti e parassiti delle piante. “Ci troviamo a poter utilizzare principi attivi sempre più blandi per la copertura dei frutteti dalle fitopatie e per il loro contrasto – dice Claudio sconsolato –. Non siamo inquinatori e abbiamo noi per primi a cuore la sostenibilità ambientale del territorio in cui viviamo, ma dobbiamo poter lavorare con gli strumenti adeguati per garantire anche una sostenibilità economica alle nostre aziende”.
A questo si aggiunge il timore per l’entrata in vigore del nuovo Quaderno di Campagna: “Le operazioni richieste e le modalità con cui andrebbero riportate sulla nuova piattaforma informatica sono inconciliabili con i ritmi aziendali e rappresenterebbero un aggravio burocratico non indifferente. Già oggi è tutto tracciato e non comprendiamo la necessità di questo nuovo sistema. Ci auguriamo vivamente che venga rivisto”, dichiara l’agricoltore che prima di salutarci rimarca ancora gli immancabili problemi con la fauna selvatica. “Una sera sono arrivato a contare oltre 35 cinghiali nel mio frutteto dietro casa, anche se a fare i danni più ingenti sono i caprioli che, specie in questa stagione, si nutrono dei fiori e delle giovani gemme rovinando le piante anche irrimediabilmente purtroppo”.
Anche qui, dunque, si avvertono bene le conseguenze dei problemi che da troppo tempo sono sul tavolo delle istituzioni e che, se non vengono affrontati con decisione, rischiano di compromettere realtà secolari come quella portata avanti con passione e tenacia dalla famiglia Peirone.
Articolo tratto da L’Agricoltore Cuneese n. 03/2025

Sullo stesso argomento