Annata Agraria 2024-2025: clima, dazi e burocrazia, bilancio di un’annata complessa vissuta nel segno della resilienza

Il settore agricolo piemontese ha dovuto affrontare numerose emergenze, tra cui il cambiamento climatico, diverse nuove, gravi fitopatie e zoopatie, le tensioni internazionali dovute ai conflitti, i dazi imposti dagli USA e, sullo sfondo, le preoccupazioni per la riforma della PAC.
Questa mattina Confagricoltura Piemonte ha presentato a Torino in conferenza stampa lo stato dell’agricoltura piemontese e i risultati della campagna agraria appena conclusa. Il presidente regionale Enrico Allasia e il direttore regionale Paolo Bertolotto hanno analizzato i principali nodi con cui deve confrontarsi il settore agricolo della nostra regione e i dati produttivi dei diversi comparti, mentre il dott. Federico Spanna, esperto in agrometeorologia del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, ha illustrato l’andamento climatico e i principali eventi atmosferici che hanno influenzato l’annata 2025 sia dal punto di vista agronomico, sia da quello fitosanitario.
Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente nazionale di Confagricoltura Luca Brondelli di Brondello.
“Il quadro che emerge dalle nostre osservazioni – afferma Allasia – appare, visto dall’esterno, piuttosto sconfortante: costi di produzione crescenti, impegni organizzativi sempre più difficili da gestire e ricavi in diminuzione potrebbero indurre a pensare che l’attività agricola sia ormai troppo complicata da gestire e troppo poco remunerativa perché valga la pena di praticarla. Invece, i nostri agricoltori, pur tra tutte le difficoltà che si trovano a fronteggiare, continuano a fornire sicurezza alimentare e servizi alla comunità, unendo le più moderne tecnologie a una loro antica dote: la resilienza”.
La sintesi dell’annata agraria ha quindi cercato di cogliere, oltre ai dati produttivi, anche i segni di questo atteggiamento, basandosi su informazioni ricavate dall’Anagrafe agricola piemontese e dai più recenti elaborati sul tema, prodotti da autorevoli istituti di ricerca, quali Ires Piemonte, CREA e Istat.
Al termine della conferenza, Luca Brondelli di Brondello, ha compiuto una panoramica sulla situazione e le prospettive dell’agricoltura e dell’agroalimentare in Italia, soffermandosi su alcuni punti, tra i quali la PAC (Politica agricola comune) e la Legge di Bilancio all’esame del Parlamento.
“La futura PAC – ha sottolineato – va profondamente cambiata perché quella prospettata, come hanno sostenuto tutte le organizzazioni agricole dell’Unione Europea riunite nel COPA, sarebbe deleteria per l’agricoltura. Per questo il 18 dicembre ci sarà una grande manifestazione a Bruxelles e se sarà necessario ne faremo altre ancora più forti”. In merito alla Manovra economica, Luca Brondelli di Brondello, ha fatto osservare come, “se da un lato sono state accolte alcune delle richieste presentate da Confagricoltura, dall’altro restano ancora delle preoccupazioni, tra cui la norma che non consente più il recupero dei crediti d’imposta 4.0 anche dai crediti previdenziali”.
Il contesto
In Piemonte, il 35,6% del territorio (pari a 903.392 ettari) è dedicato all’agricoltura. Il numero delle imprese agricole continua ad essere in diminuzione, soprattutto per quanto riguarda le piccole aziende a conduzione familiare. Si tratta di un fenomeno legato a una dinamica strutturale del comparto che vede concentrarsi le risorse (superfici, capi allevati, capitali) in aziende di maggiori dimensioni. La tendenza si è accentuata negli ultimi anni, anche a causa delle numerose crisi che hanno colpito il settore: in 5 anni si è passati infatti da 48.044 a 40.258 aziende, con un calo medio annuo superiore al 2% (fonte Anagrafe agricola regionale).
Per contro la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) dal 2011 si è ridotta solo del 9,5%, passando da 947.964 ettari (2021) a 903.392 ettari (2025) (fonte Anagrafe agricola regionale), dato che conferma l’esistenza di un processo di accorpamento progressivo delle aziende che ha portato la loro dimensione media dai 18,2 ettari del 2018 ai 21 ettari del 2025. L’utilizzo della SAU più rappresentativo è quello a seminativi (quasi 50% del totale), ma la crescita maggiore è quella della frutta a guscio (+19,5% negli ultimi tre anni), grazie all’espansione dei noccioleti.
Nel complesso, l’agricoltura piemontese, accanto ad una struttura piuttosto tradizionale, sta sviluppando una notevole sensibilità nei confronti della tutela della biodiversità, uno degli obiettivi strategici della Politica Agricola Comune, e sul piano dell’ampliamento dell’offerta di servizi al pubblico, di grande importanza come integrazione al reddito. Le produzioni biologiche sono in crescita da alcuni anni, con 3.078 aziende che aderiscono a questo regime di produzione e una superficie coltivata di poco superiore ai 57.300 ha, e anche l’attività agrituristica può contare su di una notevole crescita delle aziende ricettive, che sono circa1.400.
Strumenti fondamentali di accompagnamento dell’agricoltura piemontese continuano ad essere le politiche della PAC (Politica Agricola Comune), per la loro notevole influenza sullo sviluppo e gli orientamenti produttivi del settore. La programmazione comunitaria 2023-2027, detta anche Piano Strategico della PAC (PSP), ormai quasi al termine del suo ciclo, apporta alla nostra regione un valore di circa 340 milioni di € all’anno per il primo pilastro e di 756,4 milioni di euro in cinque anni per il secondo.
Il clima
Dal punto di vista climatico, dopo che gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati da andamenti particolari ed anomali spesso in senso opposto, il 2025 sta facendo registrare un andamento relativamente nella norma, pur con una certa variabilità meteorologica determinata da periodi caratterizzati da pluviometria elevata seguiti da mesi con apporti pluviometrici più ridotti. Per quanto riguarda l’andamento termico, ad oggi, si è assistito all’alternarsi di periodi con temperature nella media e di periodi con temperature eccezionalmente elevate, come giugno, che è risultato tra i più caldi degli ultimi 20 anni e soprattutto agosto, nella cui settimana centrale le temperature si sono mantenute su livelli superiori alla norma con persistenza per diversi giorni sia delle minime, sia delle massime giornaliere su valori non favorevoli ai processi fisiologici delle colture, raggiungendo punte massime di poco superiori ai 39°C in alcune zone dell’astigiano.
Le produzioni
Vite
L’annata vitivinicola 2025 è stata nel complesso equilibrata, ma verrà ricordata per la qualità eccellente delle uve, collocandosi tra le migliori dell’ultimo decennio. La maturazione è stata anticipata (fino a 15 giorni per le varietà tardive). La maggiore criticità fitosanitaria iniziale è stata la peronospora, mentre l’insetto alieno Popillia japonica si è esteso in modo preoccupante (in particolare nel Canavese).
Mele
Si stima un calo del 15% in Piemonte, ma il raccolto si attesta su alta qualità (circa 230mila tonnellate).
Pesche e Nettarine: Le superfici continuano a calare drasticamente (pescheto -50% dal 2015). La campagna 2025 ha però mostrato una soddisfacente produttività e buona redditività (differenziale prezzo/costo del 60%).
Nocciole
La superficie coltivata è in calo per la prima volta (-500 ettari rispetto al 2024) dopo un decennio di crescita. L’annata è stata negativa con una produzione molto scarsa (calo stimato 50-70%) a causa del fenomeno della cascola. Confagricoltura ha proposto un piano strategico urgente, includendo sostegno per l’espianto/reimpianto, finanziamento per l’irrigazione e la moratoria dei mutui.
Actinidia (Kiwi)
L’annata è critica in termini di volumi nel Cuneese a causa della moria del kiwi e del clima anomalo. La qualità dei frutti raccolti è comunque buona o eccellente, con un mercato dinamico e prezzi medi elevati (1,50 €/kg).
Frumento
La superficie destinata al frumento tenero continua a diminuire (circa 70mila ettari, con 4 milioni di quintali di produzione). Le rese sono state disomogenee (tra 20 e 80 quintali/ettaro) a causa delle piogge abbondanti in fase di semina e in primavera. I prezzi sono risultati soddisfacenti, con il frumento panificabile quotato tra 240 e 250 euro/t.
Mais
La superficie è aumentata nel 2025 (oltre 127mila ettari), ma il trend decennale rimane di calo. La campagna è stata soddisfacente, con rese medie intorno ai 100 quintali/ettaro (circa 10% sotto la media).
Riso
A livello nazionale, la superficie risicola è aumentata (+4,1%). La campagna è stata segnata da gravi avversità climatiche: una violenta alluvione di aprile nel Vercellese ha danneggiato circa 1.500 ettari, e una doppia grandinata a fine settembre nel Vercellese e nel Novarese ha causato la perdita totale del prodotto in vaste aree, colpendo i chicchi maturi. Il mercato risulta instabile e attendista.
Peperone
La coltura del peperone in Piemonte ha interessato una superficie di 155 ettari nel 2025, concentrata nelle province di Torino e Cuneo. L’annata agraria 2025 per il peperone si è rivelata eccellente, con un raccolto abbondante stimato in quasi 34mila quintali. La produzione è stata di livello piuttosto alto, priva di fitopatie importanti e con il superamento dei problemi di virosi. Le rese sono risultate elevate e i prezzi ottimi, attestandosi tra 1 e 3 €/kg.
Pomodoro da Industria
Il comparto del pomodoro da industria in Piemonte ha registrato una crescita nelle superfici coltivate, pari al +8%. Tuttavia, ha subito cali di resa dovuti al caldo di inizio estate. Al termine della campagna, la diminuzione rispetto al pomodoro complessivamente contrattato è stata di circa il 13%. Il prezzo di riferimento per il pomodoro da industria è stato fissato a 142,5 €/t. A livello di criticità, nell’Alessandrino è stata segnalata una preoccupante proliferazione di roditori che danneggiano gli impianti e i terreni agricoli.
Bovini da Latte
il settore lattiero-caseario rappresenta stabilmente oltre il 10% del valore della produzione agricola piemontese. Si contano 1.295 aziende (in lieve calo rispetto agli anni precedenti), concentrate soprattutto nelle province di Cuneo (41%) e Torino (39%). La dimensione media degli allevamenti è superiore a quella nazionale, con un 20% delle aziende che produce quasi il 70% del volume totale. Il prezzo del latte si sta assestando intorno a 54-55 euro al quintale. Confagricoltura Piemonte guarda con preoccupazione ai segnali di riduzione dei prezzi di panna, burro e formaggi, che potrebbero portare a una crisi del settore se la tendenza alla contrazione dovesse proseguire. La situazione è aggravata dall’ingresso di latte proveniente dall’estero e dall’aumento delle produzioni in Nuova Zelanda.
Bovini da carne
Il settore bovino da carne è considerato il cuore storico e identitario della zootecnia piemontese. La razza Piemontese – Fassona rappresenta un marchio di eccellenza riconosciuto a livello internazionale per la qualità della carne e la sua filiera controllata e tracciabile. A livello di mercato, le quotazioni del vitellone e delle carni pregiate piemontesi si sono mantenute buone (+2–5%) nel 2025, grazie a un’offerta limitata e ai costi di produzione ancora elevati. La filiera piemontese è riuscita a raggiungere quotazioni in grado di assicurare un minimo di remunerazione agli allevatori, nonostante i consumi interni di carne rossa siano in calo. La produzione nazionale è stimata in crescita (tra 750.000 e 800.000 tonnellate). Tuttavia, il settore piemontese registra una diminuzione pluriennale della consistenza degli allevamenti da carne (calo del 5,1% tra il 2020 e il 2024), un trend che si prevede possa continuare a causa delle forti pressioni economiche e normative.
Suini
Il Piemonte mantiene una posizione di rilievo nel panorama suinicolo nazionale. Il settore è altamente concentrato, con la provincia di Cuneo che ospita oltre il 60% delle aziende e dei capi. Il valore della produzione di carni suine è di circa 270 milioni di euro (circa il 9% del totale nazionale). La redditività è risultata altalenante nella seconda metà del 2025. La redditività per i suini da ingrasso è stata influenzata negativamente dalla riduzione delle quotazioni del suino pesante da macello. Per quanto riguarda la Peste Suina Africana (PSA), la situazione è significativamente migliorata grazie all’intensificazione delle misure di biosicurezza. Alcune restrizioni sono state attenuate, e le province di Novara e Alessandria hanno visto la rimozione delle restrizioni per l’assenza di nuovi focolai negli allevamenti da oltre un anno.
Avicoli da carne
Il comparto conta su 700 allevamenti per quasi 11 milioni di animali allevati per ciascun ciclo (per un totale di circa 5 cicli l’anno per i polli). Il 70% della produzione e il 50% degli allevamenti sono concentrati in provincia di Cuneo. Il Piemonte è la quarta regione in Italia per la produzione di avicoli da carne.
Uova
La nostra regione contribuisce per circa il 6% al totale della produzione nazionale di uova. Il patrimonio di galline ovaiole è di circa 2,5 milioni di capi in 305 aziende. Il 2025 è stato un anno soddisfacente per il comparto. La domanda è costante e si è registrata una tendenza al rialzo dei prezzi, con i listini medi di ottobre 2025 superiori del 24% rispetto allo stesso mese del 2024.
Apicoltura
L’annata 2025 è risultata particolarmente favorevole, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, grazie alle abbondanti piogge primaverili che hanno favorito un’ottima fioritura di acacia. Nonostante le gravi perdite invernali di alveari (anche superiori al 30%) dovute a forti infestazioni di varroa, il raccolto è stato elevato per alcune produzioni. I prezzi al dettaglio sono relativamente elevati e riflettono la combinazione di alti costi di produzione e basse rese.
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