Determinazione e positività i “segreti” del vino del Roero

Due sorelle, Monica e Daniela Tibaldi, dal 2014 conducono con passione l’omonima cantina a Pocapaglia
“Siamo un’azienda giovane, nata nel 2014, e non possiamo che essere ottimisti per il futuro. Tuttavia, l’instabilità internazionale che si respira quotidianamente e da tempo, ormai, rischia di condizionare lo sviluppo della nostra azienda e di tutto il comparto vino”, così Monica Tibaldi, 37 anni, ci accoglie in azienda a Pocapaglia con la sorella Daniela, di due anni più giovane.
Sorridenti e positive, ma determinate. Consapevoli entrambe che il loro lavoro si avvia e si realizza in vigneto, ma si finalizza in un mercato senza più confini, dove le incertezze e i venti di crisi degli ultimi anni possono generare una situazione di stallo economico, dannosa per ogni sistema produttivo. Soprattutto per chi come la Cantina Tibaldi esporta circa l’80% delle sue bottiglie (Europa, USA, Canada e Russia, ma anche Brasile, Australia e Giappone):
“I dazi americani al 15% sono stati un colpo importante ma forse, per noi, con un impatto meno negativo di quanto credessimo. Certo ci penalizzano, se aggiunti all’inflazione americana e al clima mondiale”, prosegue Monica.
Ma come è nato l’amore di queste due sorelle roerine per tralci e vino?
“Siamo partite lavorando i 5 ettari di famiglia, ereditando la passione per le vigne e per l’uva, da papà Stefano e da nonno Tunin, che fin da piccole ci hanno fatto respirare l’incredibile emozione del periodo della vendemmia – racconta Daniela Tibaldi -. Poi, crescendo, abbiamo però optato entrambe per il percorso di studi superiori in Ragioneria e ci siamo riavvicinate al settore frequentando Enologia all’università. Successivamente c’è stato il nostro ingresso in azienda, con la crescita progressiva degli ettari coltivati fino agli 8 attuali”.
Tre le vigne, due a Pocapaglia e una a Santa Vittoria d’Alba, su terreni molto diversi tra loro: i primi due vicini alle rocche, più sabbiosi, dove prendono vita i bianchi Arneis e Favorita e il terzo, invece, più calcareo dove nasce il rosso Roero. Tutti coltivati con sistema biologico in vigna, secondo pratiche agronomiche particolarmente impegnative, specie in un’epoca caratterizzata da cambiamenti climatici e periodi di siccità anche intensi in quest’area del Cuneese.
“Nel 2022 le vigne hanno patito moltissimo la carenza d’acqua, mentre nel 2023 abbiamo avuto un andamento pluviometrico di segno opposto – spiega Monica –, questo ha comportato particolare attenzione per sostenere le piante, specie i giovani impianti. Abbiamo a cuore il nostro territorio e desideriamo coltivarlo secondo metodi rispettosi dell’ambiente, per questo abbiamo acquistato un atomizzatore molto innovativo che utilizza meno acqua e riduce le dispersioni. Nell’attesa di poter un giorno servirci dei droni, per trattamenti sempre più mirati”.

Biodiversità valore aggiunto
Sì, perché le sorelle Tibaldi non intendono certo fermarsi, dando seguito al profondo restyling della sede, praticamente ultimato, con un ampliamento dell'area stoccaggio già allo studio, ma messo in stand-by in attesa di periodi più tranquilli:
"Siamo pronte a partire, ma attendiamo che il clima internazionale si rassereni un po'; non vorremmo fare il passo più lungo della gamba", sottolinea Daniela.
"La biodiversità che abbiamo qui è un valore aggiunto per la nostra agricoltura – aggiungono –. Ci sono vigneti, ma anche alberi da frutto, ortaggi e boschi che creano un ecosistema ricco e variegato in cui è molto piacevole da vivere e lavorare. Lo dimostrano anche i tanti produttori giovani che hanno deciso di stabilirsi qui per portare alla ribalta una zona che non ha nulla da invidiare ad altre. Il vino Roero è forse l'emblema di questo movimento: un rosso poco blasonato, ma eccellente".
Anche a livello promozionale Cantina Tibaldi ama puntare più sulla qualità che sulla quantità, a partire da etichette che saltano all'occhio grazie al piacevole logo illustrato. L'accoglienza di visitatori e ospiti presso la propria struttura è senz'altro la forma di marketing prediletta, insieme all'inserimento dei vini nelle carte dei migliori ristoranti della zona:
"Facciamo parte del circuito Vignaioli Indipendenti e partecipiamo da sempre a fiere e grandi eventi, ma nel Roero fortunatamente passa 'tutto il mondo' e, quindi, ci piace raccontare la nostra storia dal vivo in cantina e far degustare il meglio della nostra produzione. Il contatto diretto ci permette di far apprezzare il legame stretto tra vino e territorio che ci caratterizza", racconta ancora Monica.
Prima di lasciarci un'ultima battuta sulla vendemmia in corso:
"Nonostante sia partita con leggero anticipo, per il momento siamo soddisfatte: il bel tempo e l'escursione termica della prima parte di settembre hanno favorito la maturazione di uve sane. Abbiamo lavorato molto bene in vigneto, diradando ed evitando così eccessi di produzione che rischiamo di pagare poi sul mercato. A tal proposito, giudichiamo corretta la scelta del Consorzio di ridurre le rese del 10%".
Una bella iniezione di fiducia, insomma, di cui il comparto vino cuneese ha bisogno per uscire definitivamente da un momento complicato.
Articolo tratto da L’Agricoltore Cuneese n. 06/2025

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