I prodotti agroalimentari della “Granda” tra i più penalizzati dall’embargo russo

01.03.2019

embargo russo

Il Piemonte è la seconda regione italiana più danneggiata dall’embargo russo. Lo rileva il Centro studi di Confagricoltura nel Rapporto:” Conseguenze economiche dell’embargo della Russia sulle importazioni dall’Italia di prodotti agricoli e dell’industria alimentare” che stima in oltre 42 milioni di euro la perdita della nostra regione nell’arco temporale 2013/2018.

I settori produttivi più colpiti sono la frutticoltura (-100%), il comparto delle carni (-99,9%) e quello degli ortaggi (-99,7%). Seguono il latte e derivati (-93%) e le preparazioni di cereali (-31,3%). Tra le regioni italiane più danneggiate, nel 2018 rispetto il 2013, solo l’Emilia Romagna (-67 milioni di euro) risulta più colpita del Piemonte, seguito a poca distanza dal Veneto (-40 milioni di euro).

Per la provincia di Cuneo la Russia rappresenta l’ottavo Paese per esportazioni di prodotti alimentari e bevande, con un ammontare complessivo di export che, dagli oltre 70 milioni di euro del 2013 (pre embargo) è sceso progressivamente negli anni successivi, fino a sfiorare i 57 milioni nel 2016. Sono esclusi dall’embargo vini e alcolici.

“Come più volte richiesto in questi anni dalla nostra organizzazione, sollecitiamo l’Ue a riconsiderare le posizioni assunte – dichiara il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia – poiché c’è il rischio che i prodotti agroalimentari di punta del nostro territorio (frutta, carni e formaggi) non trovino più spazio su questo importante mercato, dopo aver impiegato molto tempo e altrettanta fatica per entrarvi e farsi apprezzare”. Gli agricoltori russi, incentivati dal loro governo a tendere all’autosufficienza alimentare, stanno perseguendo infatti l’aumento produttivo in termini quantitativi e qualitativi, mentre il mercato russo interno guarda ad altri Paesi per sostituire le nostre eccellenze.

Le conseguenze economiche dell’embargo della Russia sulle importazioni di prodotti agricoli e dell’industria alimentare sono molto pesanti per l’Italia – sottolinea Confagricoltura –. Dall’entrata in vigore del divieto di importazione di molti prodotti agricoli e dell’industria alimentare, il valore annuo delle esportazioni italiane (confronto 2018 su 2013) risulta ridotto di 153 milioni di euro (-22%), dopo aver raggiunto nel 2015 la punta di 324 milioni di euro”.

Il Centro studi di Confagricoltura ha stimato che, tenuto conto della crescita delle esportazioni italiane di prodotti agricoli e dell’industria alimentare verso la Russia nel periodo 2009-2013, e proiettandola nel periodo 2014-2018, il valore complessivo della perdita economica dell’Italia a causa dell’embargo russo sia stato già di 2.431 milioni di euro e nel 2020 arriverebbe a 3.706 milioni di euro.

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