Proprietà Fondiaria: in provincia di Cuneo il 40% dei terreni agricoli è in affitto

14.11.2018

campo-arato
Martedì 6 novembre si è riunito nella sede provinciale di Confagricoltura a Cuneo il Sindacato provinciale dei proprietari con beni rustici in affitto, con l’obiettivo di affrontare importanti questioni inerenti al settore.

La presidente Isabella Moschetti ha informato i presenti sulla situazione del mercato fondiario e degli affitti, confermando dati interessanti: sui 5,2 milioni di ettari di SAU sul suolo italiano, il 42% è in affitto, mentre in Piemonte esso supera il 50%, attestandosi attorno al 40% in provincia di Cuneo. Una percentuale che certifica una crescita dei contratti in affitto sul nostro territorio, in particolar modo misti, accompagnata dalla stabilità degli importi, utile per limitare i contenziosi e garantire continuità.

Per quanto concerne gli aspetti normativi, invece, l’attenzione è stata rivolta ad alcuni dubbi inerenti la legge 203/1982 art. 41, che dà validità ai contratti agrari ultranovennali. Il Consiglio, nel merito, ha deliberato di informare le parti chiamate in causa sull’opportunità di una trascrizione in atto pubblico del contratto, azione chetutela soprattutto l’affittuario.

Punto delicato all’ordine del giorno, poi, è stata la questione relativa alla mancata convocazione della Commissione Tecnica da parte della Regione Piemonte, verso la quale il Consiglio ha mostrato rammarico per via dell’impossibilità di adeguare i canoni d’affitto basati sui prezzi agrari. Pertanto, è stato deliberato a titolo cautelativo di inserire nei contratti d’affitto una clausola specifica in cui il coefficiente di adeguamento del canone verrà aggiornato secondo l’indice Istat dei prezzi al consumo. In ultimo, è stato preso in esame il delicato tema della moria dei kiwi in provincia, che potrebbe generare tensioni tra proprietari ed affittuari, nel caso di fondi compromessi da tale piaga. Pertanto, il Consiglio invita, nel caso in cui si verificassero casi tali da ridimensionare la produzione o addirittura da costringere all’estirpo, ad un confronto cordiale e costruttivo, al fine di raggiungere ragionevoli soluzioni economiche sostenibili da entrambe le parti.

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