Gli allevamenti cuneesi possono nuovamente commercializzare bovini francesi

15.01.2018

Bovino

Gli allevatori cuneesi che ingrassano vitelli francesi possono tornare a comprare e vendere animali: nella serata di venerdì 12 gennaio 2018 il ministero della Salute ha emanato la nota che ricomprende nelle zone infette per bluetongue anche quelle prima escluse, dove il commercio di questi capi era vietato.

Dal 1° gennaio 2018, infatti, i capi bovini provenienti dalla Francia e diretti alla quasi totalità degli allevamenti cuneesi erano stati bloccati a causa delle misure per il contrasto alla malattia infettiva dei ruminanti. Le disposizioni normative per gestire la bluetongue non consentono lo scambio di animali nei territori esterni alle “zone di restrizione”, corrispondenti fino a qualche giorno fa in Piemonte a buona parte della provincia di Cuneo e qualche comune delle province di Torino e di Asti. Nel resto d’Italia, invece, tutti i territori rientrano, pur con modalità diverse, nelle “zone di restrizione”.

Per facilitare i flussi commerciali di animali, a dicembre la direzione Sanità della Regione Piemonte aveva emanato una nota con cui, effettuate le dovute considerazioni, aveva ritenuto di estendere la “zona di restrizione” all’intero territorio regionale.

Ora, tuttavia, grazie all’intervento del Ministero della Salute, è stato modificato l’allegato in cui sono identificati i territori in restrizione a livello nazionale, in modo che gli scambi possano così riprendere anche in tutto il Piemonte. In pratica, l’intero territorio regionale ora viene considerato un’area colpita dalla bluetongue, quindi soggetta a controlli sanitari che permettono di riprendere il commercio di bovini francesi. 

Questo sblocco, fortemente sollecitato nelle scorse settimane da Confagricoltura, è stato reso possibile grazie all’intervento del viceministro all’Agricoltura Andrea Olivero.

La febbre catarrale degli ovini, comunemente conosciuta come bluetongue, è una malattia infettiva dei ruminanti trasmessa da minuscoli insetti vettori. La diffusione della malattia è collegata alla presenza di fattori climatici ed ambientali che consentono la sopravvivenza degli insetti vettori. L’infezione generalmente si manifesta in estate inoltrata e tende a limitarsi in inverno. In Italia i primi casi di bluetongue erano stati segnalati nel 2000 interessando il Centro e Sud Italia. Dal 2006 il ceppo 8, particolarmente pericoloso per i bovini, si è andato diffondendo in Olanda, Belgio, Lussemburgo, Germania e Francia, appunto, causando gravi perdite e provocando ostacoli alla libera circolazione degli animali.

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