Emergenza PSA, “Alla politica pare non interessare servono un maggior contenimento dei cinghiali e più risorse”

07.12.2022

Relatori durante il convegno sulla biosicurezza dei suini

“Dietro ad ogni azienda ci sono famiglie di imprenditori che, in molti casi, hanno fatto investimenti e non possono continuare a vivere nell’incertezza più totale. Girando per l’Italia, purtroppo, ho avuto la sensazione che il problema della Peste Suina Africana sia considerato esclusivamente piemontese e ligure, ma non è così. Alla politica, salvo qualche raro caso, questa situazione sembra non interessare, ma il danno provocato dalla PSA, al momento, è di 20 milioni di euro ogni mese per via della chiusura totale o parziale ai nostri prodotti da parte di molti mercati del mondo, cifra questa che potrebbe decuplicare se l’area infetta dovesse estendersi o peggio il virus dovesse entrare in qualche allevamento. La questione è dannatamente seria, di importanza nazionale e, come tale, va affrontata procedendo con un reale e massiccio piano di contenimento dei cinghiali e aumentando drasticamente le risorse per affrontare questa emergenza. Abbiamo bisogno che la politica sia al nostro fianco, come avviene qui in Piemonte, ma così per ora non è”.

Dal convegno “Gestione PSA e biosicurezza negli allevamenti suini” svoltosi martedì 6 dicembre presso “Le Cupole” a Cavallermaggiore, il presidente nazionale della Federazione Suinicola di Confagricoltura, Rudy Milani, ha richiamato la politica a svolgere un ruolo più incisivo per aiutare il comparto suinicolo ad uscire da questo momento complicato.

La mattinata, seguita da oltre 150 allevatori e addetti del settore, si è aperta con i saluti del presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia che ha dichiarato: “Serve un Tavolo regionale permanente per discutere delle questioni connesse alla PSA. Da quasi un anno, ormai, siamo preoccupati per il diffondersi della malattia, sappiamo cosa va fatto, lo abbiamo ribadito da subito e più volte, ma il piano di contenimento dei cinghiali purtroppo va a rilento. Anche sulla posa della rete metallica che delimita la zona rossa siamo fermi, mancano gli ultimi chilometri. Più in generale, inoltre, non ha senso indennizzare con il sistema del “de minimis” il danno da selvatici; è una battaglia che, come Confagricoltura, stiamo portando avanti a livello europeo”.

A seguire Luca Picco, del settore Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare della Regione Piemonte, ha offerto una fotografia della gestione attuale della malattia in Piemonte, sottolineando gli attori e i passaggi istituzionali che si sono susseguiti dallo scoppio della pandemia di PSA in Piemonte e Liguria ad oggi e ricordando i contraccolpi commerciali provocati dalla chiusura di alcuni Paesi in Sud America e dell’Asia.

Mentre Bartolomeo Griglio, del settore Prevenzione, Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare della Regione Piemonte, è intervenuto puntualizzando quali sono le principali misure di biosicurezza necessarie e consigliate in allevamento. Tra queste occorre: prestare la massima attenzione alla pulizia di attrezzature e animali, avere personale formato, limitare gli ingressi di visitatori in azienda ed installare recinzioni e barriere fisiche intorno all’allevamento.

A Monica Bassanino, del settore Produzioni agrarie zootecniche della Regione Piemonte, è toccato il compito di entrare nel merito del recente bando “Biosicurezza – mis. 5.1.1 PSR” che prevede sostegni agli allevamenti in materia per 5,4 milioni di euro per domande da presentare entro il 31 gennaio 2023.

A trarre le conclusioni, oltre a Rudy Milani, gli assessori regionali Luigi Icardi (Sanità) e Marco Protopapa (Agricoltura). Il primo, da un lato, ha ricordato come la Regione Piemonte sia intervenuta con la massima celerità fin dal febbraio scorso per prendere provvedimenti al fine di abbattere 50mila cinghiali, dall’altro, ha precisato che la tutela di allevatori e famiglie passa attraverso finanziamenti nazionali sia per la biosicurezza che per gli indennizzi. Il secondo, invece, ha ribadito la difficoltà a far comprendere la gravità della situazione a livello nazionale, ritenendo altresì poco corretto far ricadere la responsabilità della gestione di questa emergenza tutta sulla Regione e richiamando anche lui la necessità di avere maggiori risorse necessarie ad aumentare gli abbattimenti.

Infine, in un videomessaggio anche il ministro per l’Ambiente e la Transizione ecologica, Gilberto Pichetto Fratin non ha voluto far mancare il suo contributo all’incontro: “Il contributo regionale di 5,4 milioni di euro per migliorare le condizioni di igiene e sicurezza negli allevamenti è meritevole di plauso, un’iniziativa concreta a favore del settore zootecnico. La biosicurezza è uno dei fattori primari per affrontare la malattia. Il cinghiale è un crocevia ecologico di rara complessità, la specie perno attorno a cui girano diversi equilibri. Il futuro della sua gestione non può essere lasciato alla sola attività venatoria, ma occorre valutare altri aspetti sul fronte sanitario, dell’azione sull’ambiente e degli effetti sull’agricoltura per arrivare a un nuovo equilibrio”.

pubblico al convegno sulla biosicurezza dei suini

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