I malgari simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo, ma chiedono più attenzione

01.10.2020

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Terza edizione di “Caluma el Vache”, l’evento organizzato da Confagricoltura Cuneo, che si è svolto mercoledì 30 settembre a Prazzo.

Un segno di vicinanza diretta al mondo dell’agricoltura di montagna e, in generale, alle importanti economie che le Terre Alte cuneesi sono in grado di generare. È questo lo spirito con cui anche quest’anno si è svolto “Caluma el Vache”, evento organizzato da Confagricoltura Cuneo per celebrare la discesa dei malgari dagli alpeggi. L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, si è tenuta a Prazzo, mercoledì 30 settembre, in concomitanza con la discesa a valle dei capi dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli animali. Nel pieno rispetto delle indicazioni previste dai protocolli anti contagio da Covid-19, all’evento hanno partecipato i rappresentanti della Confagricoltura provinciale, guidati dal presidente Enrico Allasia e dal direttore Roberto Abellonio, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, e il presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi.

“La pandemia tutt’ora in corso ci ha costretti ad optare per una versione ‘smart’ dell’evento che, rispetto agli scorsi anni, non ha visto la partecipazione di decine di malgari, appassionati e curiosi che assistevano al rientro dei capi a valle, approfittandone per trascorrere qualche ora di convivialità in un clima di festa – ha dichiarato il presidente Enrico Allasia –. Non abbiamo, tuttavia, voluto rinunciare a questo appuntamento trasformandolo, eccezionalmente, in un simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo al particolare momento vissuto dal nostro Paese e da tutto il mondo. Confidiamo tuttavia di poter tornare già dal prossimo anno alla consueta formula adottata nelle prime due edizioni”.

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“Abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza agli oltre 350 allevatori che ogni anno si trasferiscono con i loro capi sugli alpeggi della provincia di Cuneo e ora, terminati i duri mesi di lavoro trascorsi in alta quota, sono pronti al rientro in pianura – ha sottolineato il direttore Roberto Abellonio –. Alle autorità regionali presenti abbiamo, altresì, ribadito che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà e abbiamo rimarcato loro la necessità di compiere uno sforzo maggiore per garantire a chi lavora in alta quota gli adeguati sostegni per ammodernare le strutture aziendali, pianificando anche una serie di interventi concreti per il miglioramento del sistema viario e il potenziamento della rete internet, aspetto quest’ultimo sempre più cruciale per abitare e fare impresa quassù. Mai come quest’anno, forse, le nostre montagne sono riuscite ad esprimere il meglio della loro vocazione turistica, ma occorre ricordare che la loro tutela e valorizzazione passa anche dal lavoro instancabile e costante di chi, come gli allevatori, ci vive per mesi impegnandosi in lavori di manutenzione del territorio”.

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In una stagione che da un punto di vista climatico non ha riservato particolari problemi, tra gli allevatori desta sempre maggiore preoccupazione, infine, la presenza in aumento dei lupi, con casi sempre più frequenti di attacchi alle mandrie e alle greggi. “Su questo fronte, purtroppo, continuiamo a lanciare appelli alle istituzioni senza ricevere ascolto, ma anno dopo anno il problema si aggrava con numeri di lupi in costante crescita, decisamente fuori controllo, e perdite ingenti per gli allevatori in termini di danni diretti (capi predati) e indiretti (costi e mancata produzione). Servono interventi urgenti e concreti per il contenimento, altrimenti ad estinguersi saranno gli allevatori”, ha concluso Enrico Allasia.

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